SEGNI DI VECCHIE COSE

(tra i quadri di mio padre)

Neve di primavera, questa di petali
che il vento porta
dai ciliegi in fiore
nell'orto dove un tempo una balera
riempiva le domeniche
di presenze festose.
Come oggi, ché il Carmine
conduce a Massarosa
colma di svolazzanti festoni tricolori
una folla col bavero rialzato
a proteggere il viso dai rossori
che l'aria fredda mischia
alle vampe del vino.

E le torte coi becchi nelle vetrine
hanno raggi di ruote
a ricordare le fatiche degli avi
lungo le prode
dove il solco profondo
incise la carraia.
Manca la fragranza dei forni,
resta la "festa"
che aduna alle pendici del colle con la Croce
i momenti d'oblio di meccanismi umani
alla ricerca ancora di speranze.

Qualcuno sosta
e commenta il quadro de "Le mondine"
con occhi di una volta
tra le ciglia spente.
Altri girano il capo appena
sfiorando ciò che mai sapranno.
La vita che di qui è passata
lasciando segni sulle tele bianche
dorme dietro una foto ovale:
un cappello a sghimbescio
e un sorriso
che segue del cappello l'ala.

Ed io, sempre in attesa di sentire
battere in questa stanza
la pendola dorata del risveglio
e di un'alba
che narri con labbra rosa
due storie unite
ma così lontane.

Alberta Rossana Bianchi

"Primavera", opera di Virginio Bianchi
Neve di primavera, questa di petali ...
"Primavera", opera di Virginio Bianchi